Si è spento Mario Tommaselli
Entusiasmo. Passione. Competenza. Vis comunicativa senza pari.
Questo era Mario Tommaselli.
Era l’inverno del 2004, ero da poco diventato collaboratore dell’Ente Parco della Murgia Materana e guida escursionistica autorizzata, lo vidi venire verso la mia postazione e salutarmi come se fossi persona conosciuta. Io avevo nella mia borsa l’ultima sua fatica letteraria “Il Parco della Murgia Materana – guida all’escursionismo”, lo tirai fuori e cominciai a fargli alcune domande. Ascoltavo rapito le parole di quell’uomo esile dai modi gentili, esperto conoscitore di una terra di cui non era figlio (Mario era nato a Roma nel 1930 e lì aveva vissuto per diverso tempo prima di trasferirsi a Matera) ma di cui si sentiva figlio. Da allora avrei portato per due anni quel suo libro sempre con me, sarebbe stato la mia “coperta di Linus”. Da quel momento io e Mario ci saremmo rivisti innumerevoli volte, perché quando avevo dubbi, curiosità o bisogno di aiuto, era lui la prima persona che mi veniva in mente.
Grazie a Mario ho potuto avere cognizione delle “lunghe vie erbose”, la rete di tratturi, tratturelli, bracci e riposi che, anche in Basilicata, hanno consentito lo svolgimento della secolare pratica della Transumanza. Fu Mario a suggerirmi di utilizzare le carte IGM per i miei sopralluoghi nel Parco della Murgia Materana, perché, amava dire, “sono talmente ben fatte da riportare anche l’indicazione delle cisterne”. Mario mi ha insegnato ad usare la bussola, a modificare le cartine topografiche per piegarle alle necessità della promozione del territorio ed oggi i suoi insegnamenti rivivono nei miei laboratori rivolti agli alunni delle scuole elementari e medie.
Durante le innumerevoli escursioni fatte insieme, Mario affabulava, incantava chiunque lo stesse a sentire. Parlava di Murgia, cisterne, antiche masserie, iazzi e avucchiare, era un fiume in piena in grado di propagare il seme della conoscenza non solamente in coloro i quali erano predisposti a riceverlo per affinità elettive.
Mario mi ha insegnato a fare “con gioia”. Mi ha insegnato a mettere passione ed entusiasmo in tutto ciò che si fa. Solo così chi ascolta può essere contagiato da eguale passione e far proprio ciò che prima era d’altri. E questo, aldilà di tutti i suoi insegnamenti relativi al nostro Patrimonio Culturale senza pari, è il suo lascito più importante.
Ciao Mario, non ti dimenticherò.
Luca Petruzzellis
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