Insieme per tutelare il Parco Murgia
Nei primi mesi del 2011 SassieMurgia, il gruppo di azione civica Materazione, l’associazione B.R.I.O. – sezione di Matera ed alcuni operatori turistici locali, hanno avviato un percorso comune nella direzione della salvaguardia del territorio, con particolare riferimento all’area ricadente nel Parco della Murgia Materana.
Le suddette associazioni hanno raccolto l’appello di Michele Cappiello, guida escursionistica autorizzata, che denunciava gli atti vandalici perpetrati da ignoti ai danni degli ovili rupestri presenti a Lamaquacchiola, nelle vicinanze del sito paleolitico della Grotta dei Pipistrelli, a ridosso del quartiere di Agna.
La vicenda è stata ripresa dalla Gazzetta del Mezzogiorno, Rai tre Basilicata, Trm, Blu Tv.
Questo è stato il “primo atto” di una rappresentazione che, speriamo, si possa chiudere al più presto, nell’interesse del nostro stesso Patrimonio.
Di seguito ne riportiamo le varie fasi, ampiamente documentate dai vari media locali, vecchi e nuovi, che ringraziamo per la sensibilità sino ad ora dimostrata e per quella che sapranno ancora dimostrare.
MARZO 2011
Vengono segnalati all’attenzione della comunità gli atti vandalici ai danni degli ovili rupestri in contrada Lamaquacchiola e Serra S.Angelo
APRILE 2011
Giovedì 7 Aprile una delegazione di rappresentanti di associazioni e operatori turistici materani (Materazione – Gruppo di Azione Civica per Matera, ass. B.R.I.O. – sezione di Matera, SassieMurgia, Basilicata Tour, Ferula Viaggi, Sax Barisano B&B, Residence San Giorgio) incontra il neo presidente dell’Ente di gestione del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese rupestri del Materano, ing. Pellecchia, insediatosi appena qualche giorno prima.
Ecco i contenuti dell’incontro:
1. Atti vandalici a danno di importanti siti rupestri
Per gli atti vandalici, consistenti in gravi imbrattamenti e incisioni a danno di molti importanti siti rupestri, puntualmente documentati anche in servizi televisivi (tra i più clamorosi l’ovile secentesco in contrada S.Angelo, nei pressi di Agna Le Piane, la paleolitica Grotta dei Pipistrelli, S. Maria degli Angeli), i rappresentanti della società civile hanno fatto presente la loro preoccupazione per il danno arrecato ai luoghi, impunemente violentati nel loro valore storico-artistico da persone senza consapevolezza delle gravità dei loro gesti. I loro graffiti, infatti, hanno di fatto danneggiato dei luoghi simbolo dell’arte rupestre, precludendone la fruizione ai vari visitatori, essendo le guide turistiche ed escursionistiche costrette ad evitarle, per non presentare loro spettacoli così indegni.
Posto che non è possibile né auspicabile recintare l’intero perimetro dell’area protetta e considerato che molti dei siti minacciati da incuria e vandalismo rientrano in aree di proprietà privata, si è pensato di procedere alla chiusura di quei siti che ricadono nel demanio statale; per quelli rientranti in aree di proprietà private invece si può solo cercare di sensibilizzare i rispettivi proprietari al problema, cercando di trovare accordi per il ripristino, sempre tenendo conto della disponibilità finanziaria dell’Ente oppure rivolgendosi a sponsor privati o pubblici (es. Pisus). Di pari passo, certamente si dovranno attuare campagne informative e di sensibilizzazione nelle scuole, spot, cortometraggi, etc.
2. Abbandono di rifiuti di ogni tipo in area Parco
Per quanto riguarda gli abbandoni dei rifiuti nel Parco, problema noto da tempo e che appanna l’immagine soprattutto dell’area di Murgia Timone, la più visitata dai turisti, si può intervenire con la pulizia periodica (magari una volta a settimana) affidata ad operatori del CEA (Centro di Educazione Ambientale) previo accordo con gli stessi; parallelamente si può pensare ad una chiusura sperimentale alle autovetture dell’accesso dell’area all’altezza dell’ingresso monumentale dalla SS. 7, limitatamente alle ore notturne, dato che è in questo spazio di tempo che si concentrano maggiormente gli abbandoni di ogni genere di rifiuti (compresi ingombranti e speciali). C’è da dire, a questo proposito, che ha avuto effetti benefici, quanto a salvaguardia dei luoghi, lo sbarramento alle auto di un sentiero trasversale al piazzale del Belvedere. Per un discorso di lungo termine invece si può pensare a specifiche campagne si sensibilizzazione nelle scuole, sia primarie che secondarie, e tramite i media locali (incluso messaggi durante la proiezione di film al cinema).
3. Inquinamento del Torrente Gravina
Si è registrata da entrambe le parti rabbia e sconcerto per un problema che si trascina da diversi lustri in un rimpallo assurdo di responsabilità e che ha visto anche esposti alla procura della Repubblica di Matera. E’ un problema che ferisce profondamente il Parco e la città di Matera tutta e che appare grottesco se si pensa al carattere protetto dell’area e al Patrocinio UNESCO. Avendo constatato l’infruttuosità della pressione sulla città di Altamura ad intervenire sul funzionamento dei suoi depuratori, è ormai chiaro che bisogna agire primariamente a livello locale implementando il sistema di depurazione esistente e filtrando chimicamente l’acqua inquinata proveniente dal Torrente Jesce, in cui è stata riscontrata anche la presenza di azoto. Non è più rinviabile inoltre l’eliminazione di tutti gli scarichi abusivi presenti nella stessa città dei Sassi (in via Casalnuovo per esempio) e su questo occorrerà un monitoraggio puntuale e sanzioni ai trasgressori.
4. Degrado della chiesa rupestre di S. Maria della Vaglia
Questa cattedrale rupestre (la più grande tra le chiese rupestri), dopo che è stata chiusa per lavori di restauro qualche anno fa, è precipitata nella più totale dimenticanza delle istituzioni preposte alla sua tutela, malgrado il suo inestimabile valore artistico. Alla sua preclusione al pubblico si aggiunge la seria minaccia al suo apparato di affreschi, dovuta agli escrementi corrosivi prodotti dai piccioni, entrati al suo interno da un’apertura nella rete di protezione superiore. Quindi si è ribadita la necessità di un rapido intervento volto a rimuovere il materiale deposto ed i volatili, provvedendo alla riparazione della rete di copertura presso il soffitto della Chiesa. Una volta completati gli interventi di restauro a cura della Sovrintendenza al Beni Storico-Artistici di Matera, si può pensare ad un progetto più ampio di valorizzazione e fruizione turistica dell’importante monumento rupestre; infatti, considerando la buona facilità di accesso allo stesso (a differenza di altri complessi rupestri) si possono concepire itinerari appositi che includano questo sito, posto proprio all’ingresso della città.
In conclusione si è posto l’accento sul valore della fattiva collaborazione del mondo associativo con l’Ente Parco per tutte le situazioni su cui si è dibattuto e in quest’ottica si è avanzata la proposta di impiegare personale volontario, provvisto di decreto provinciale di guardia guardia giurata venatorio-ambientale, a supporto della vigilanza nelle aree sensibili e previa specifica convenzione con le associazioni ambientaliste più sensibili.
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